lunedì 29 marzo 2010

TUNNEL RAT, US. Army, VietNam 1968



Nel 1966, quando la 25° di fanteria Americana arivvò Cu Chi presso una della più grandi basi US Army del Sud dam, iniziarono a verificarsi strani accadimenti. Durante lotte, il campo veniva razziato da nemici invisibili, che sparivano immediatamente senza lasciare traccia. Dopo circa 10 giorni di attacchi del genere, il commando Viet Cong che se ne stava rintanato nella rete di gallerie che si estendeva sotto la base, avendo constatato gli effetti devastanti dei loro raid, decise di ritirarsi, sempre utilizzando la rete di gallerie che i VC approntarono alla fine della prima guerra di Indovina (e che venne ampliata su ordine di Ho Chi Min a partire dal 1965). Gli americani si resero conto che la base di cu Chi era letteralmente sopra un vulcano. Da lì la scoperta dell’importanza di tale rete di Tunnel, dapprima tentarono di distruggerle ma con scarsissimi risultati. Questo anche a causa del metodo utilizzato: far penetrare un soldato non specializzato sottoterra, al buio, quasi disarmato e col rischio continuo di attacchi e trappole, era logorante, stressante e non portava a nulla in quanto i soldati riemergevano spesso dichiarando che erano tunnel ciechi, anche se la verità era che la paura aveva il sopravvento.
Fu creata allora l’unità di specialisti Tunnel rats: uomini di bassa statura, agili e dal temperamento d’acciaio che penetravano nelle gallerie armati di maschera antigas, pistola e torcia elettrica, colpivano e poi reimergevano, seminando distruzione sottoterra. I tunnel rats non facevano prigionieri e soprattutto non venivano mai abbandonati dai compagni, nemmeno in caso di morte. Uno dei loro trucchi era sparare tre colpi e poi ricaricare sempre, per non rimanere senza colpi. Ovviamente erano volontari, per la maggior parte di provenienza ispanica (tra i più famosi si segnalano Peter Rejo della 1° div. Di fanteria, ed il padre di tutti i rats, Herbert Thornton, anche lui della 1° div. Di fanteria).

Equipaggiamento
-Maschera Antigas
-Pistola semi-automatica colt modello M1911A1 o modello 45 (ma col tempo, a causa del rumore eccessivo dello sparo, usarono anche Luger ed altre di preda bellica).
-Pugnale da combattimento
-Torcia elettrica

Il Modello
Il figurino è una vecchia referenza ADV con relativa basetta in resina di 2x2 cm, montato da scatola, con l’ausilio di molto stucco. Il figurino è stato dipinto a tecnica mista olii e acrilici. La basetta è poi stata ampliata, incorporandola sopra un parallelepipedo di 8x5x5 di plasticard autocostruito, e ricostruito un angolo di jungla prendendo come riferimento numerose foto delle gallerie Viet Cong in mio possesso. La vegetazione è ottenuta con vari materiali e dipinta ad acrilico, sia a pennello che ad aerografo, idem per il terreno. La basetta è poi stata rifinita ad aerografo ed incollata l’etichetta con l’emblema dei Topi delle Gallerie.

Bibliografia:
- NAM, cronaca della guerra in Vietnam, vol 1 De Agostini
- Elite Forces in VietNam Squadron Signal
- Sito dell’associazione Tunnel rat USA http://www.diggerhistory.info/pages-conflicts-periods/vietnam/tunnel-rats.htm



lunedì 22 marzo 2010

Staghound Genova cavalleria, Somalia 1951


Cenni Storici
Benché l'autoblindo Staghound (segugio) fosse di produzione statunitense, essa non fu impiegata dalle forze Usa e tutta la produzione andò all'esercito britannico e ad altre forze alleate e del Commonwealth. Il progetto ebbe origine da una gara indetta dall'esercito Usa per l'approvvigionamento di un'autoblindo pesante, che non venne prodotta malgrado ne fossero stati costruiti alcuni prototipi perché nel frattempo s'era manifestata prioritaria l'esigenza di un autoblindo media. A seguito dell'elaborazione di specifiche basate in gran parte sul contributo dell'esperienza bellica fornito dagli inglesi, vennero costruiti due veicoli: il Light Armored Car (autoblindo leggera) T17, veicolo 6x6 della Ford, e il Light Armored Car T17E1 della Chevrolet.
Le autoblindo 6x6 T17 prodotte furono relativamente poche in quanto, alla data in cui il modello fu pronto per entrare in produzione, la richiesta di un grosso veicolo 6x6 era ormai superata. L'autoblindo 4x4 T17E1 entrò invece in produzione su larga scala anche se l'esercito Usa non ne aveva più necessità. La missione britannica per l'approvvigionamento dei carri richiese un lotto iniziale di 300 esemplari; altre ordinazioni seguirono rapidamente. Alla fine del 1942 cominciarono ad affluire i primi veicoli e così ebbe inizio la distribuzione delle T17E1, denominate Staghound Mk 1 ai reparti britannici e del Commonwealth. La Staghound si rivelò un veicolo spazioso e ben corazzato provvisto di una torretta armata di un cannone da 37 mm e di una mitragliatrice coassiale Browning da 7,62 mm. Di buon aspetto esteriore, di agevole guida e manutenzione, il veicolo era anche veloce e aveva una buona autonomia operativa. Entrò in azione per la prima volta in Italia nel 1943, in seguito venne distribuito ai reparti canadesi, neozelandesi, indiani e belgi. La Staghound aveva molte caratteristiche inusitate per il suo tempo, fra cui la trasmissione idraulica completamente automatica. La propulsione era assicurata da due motori, disposti uno a fianco all'altro nella parte posteriore, e la visibilità da un buon numero di iposcopi per l'equipaggio. Il brandeggio della torretta era a comando idraulico e l'armamento secondario era costituito da altre due mitragliatrici Browning da 7,62 mm: una montata su un supporto a piedistallo in funzione contraerei, l'altra nella parte frontale dello scafo.
Dopo l'entrata in servizio della Staghound, cominciarono ad apparire le varianti. Una di queste fu costituita dall'installazione di un obice per carro da 76,2 mm in sostituzione del cannone da 37 mm. Gli americani avevano prodotto la versione T17E3 con obice corto da 75 mm in torretta, ma essa, dopo l'introduzione della versione britannica denominata Staghound Mk II, non venne ulteriormente sviluppata. Un'altra innovazione britannica fu la Staghound Mk III, che comportò una trasformazione drastica del veicolo per poter montare la torretta con cannone da 75 mm del carro Crusader. Alcuni esemplari di questa versione vennero distribuiti nel 1944 ad alcuni reparti dei reggimenti autoblindo. Una variante di serie sviluppata negli Usa fu la Staghound AA (contraerei) (T17E2), in cui la torretta normale era sostituita da una a comando elettrico con due mitragliatrici Browning da 12,7 mm in funzione contraerei. Di questa versione vennero ordinati 1000 esemplari. ma la produzione ebbe termine nell'aprile del 1944 dopo che ne erano stati costruiti 789.
Si possono citare altre numerose trasformazioni e varianti locali dai modelli sminatori sperimentali, provvisti di rulli pesanti a spinta, alla Staghound Command versione, provvista di tetto ripiegabile, in cui l'eliminazione della torretta aumentava lo spazio interno disponibile per apparati radio supplementari. Frequenti furono le modifiche locali, come l'applicazione di cofani esterni per materiali, nonché di lancia-nebbiogeni e di mitragliatrici per aumentare le possibilità di difesa.
Dopo il 1945, la Staghound continuò ad essere impiegata nell'esercito britannico per diversi anni e venne anche ceduta all'India, al Sudafrica e alla Danimarca (che impiego la Staghound Mk III per alcuni anni) ed ovviamente all’Italia..

Caratteristiche Tecniche
Staghound Mk1
Equipaggio: 5 uomini
Peso: (in ordine di combattimento) 13.920 kg
Motore: due GMC 270, a 6 cilindri a benzina da 97 hp
Dimensioni:
- Lunghezza 5,486 mt
- Larghezza 2,69 mt
- Altezza 2,36 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 89 km/h
- Autonomia su strada 724 km
- Guado 0,8 mt, Pendenza 57%, Gradino 0,533 m

Il Modello
Il kit è quello commercializzato di recente da Italeri, comprensivo di fotoincisioni. Sono state effettuate alcune semplici modifiche elencate qui di seguito: autocostruzione di tutti i supporti degli attrezzi, autocostruzione tappo per il foro del faro (assente), autocostruzione del portatarga posteriore, autocostruzione dell’antenna, rifacimento di tutte le linee di saldatura. Il kit è stato poi completato con le decal fornite da Fabio d’Inzeo (decal non in produzione) per poter rappresentare un mezzo in dotazione al Genova Cavalleria ed operante in Somalia nel 1951.

.Bibliografia:
- Foto originali del mezzo conservato al Museo della Cecchignola
- Foto originali del mezzo conservato alla caserma del Nizza cavalleria di Pinerolo
- Foto di proprietà di Fabio d’Inzeoo scattate in Somalia
- Siti internet (www.corazzati.it ; www.modellismopiu.it; www.cavalleriaitaliana.it )

Palmares
- 2° premio CMV Varedo 2009 cat. mezzi militari 1/35
- Premio Italian Kits CMV Varedo 2009
- 3° premio mostra IPMS 2009 cat. Mezzi Militari 1/35
- 3° premio Mostra GML Milano 2010 cat. Mezzi Militari 1/35